di Leo Ferré
La poesia moderna non canta più... striscia.
Però ha il privilegio della distinzione non frequenta le parole malfamate, anzi le ignora
Si prendono le cose con le pinze: a "mestruale" si preferisce "periodico",, e si ripetono termini medici che non dovrebbero uscire dai laboratori o dai trattati di medicina
Lo snobismo scolastico che consiste nel non usare in poesia che certe parole ben definite, nel privarla di altre, che siano tecniche, mediche, popolari, o dialettali, mi fa pensare al prestigio dei baciamano e delle vaschette lava dita. Non sono le vaschette lava dita a rendere le mani pulite né il baciamano crea la tenerezza
Non è la parola che fa la poesia, è la poesia che illustra la parola
Gli scrivani che fanno ricorso alle dita per sapere se tornano i conti dei piedi, non sono dei poeti: sono dei dattilografi
Oggigiorno il poeta deve appartenere ad una casta a un partito o al bel mondo
Il poeta che non si sottomette è un uomo mutilato
La poesia è un clamore e deve essere ascoltata come la musica. La poesia destinata ad essere soltanto letta e rinchiusa in veste tipografica non è ultimata.
Il sesso le viene dato dalla corda vocale così come al violino viene dato dall'archetto
Il riunirsi in mandrie è un segno dei tempi. Del nostro tempo
Gli uomini che pensano in circolo hanno le idee curve
Le società letterarie sono ancora la Società
Il pensiero messo in comune è un pensiero comune
Mozart è morto solo, accompagnato alla fossa comune da un cane e da dei fantasmi
Renoir aveva le dita rovinate dai reumatismi
Ravel aveva un tumore che gli risucchiò di colpo tutta la musica
Beethoven era sordo
Si dovette fare la questua per seppellire Bela Bartok
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